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Cosa ho fatto

Teatro, televisione e musica

La mia “vita precedente” – quella professionale intendo – potrei considerarla divisa
in due momenti (anche se ogni tanto si sono sovrapposti): quella iniziale in cui mi
sono messa in prima persona sotto i riflettori, che fosse sul palco di un teatro o
davanti a una telecamera (per poi fuggirne convintamente!), e quella successiva, più
lunga ma anche molto più in ombra, in cui ho scelto di lavorare solo dietro le quinte,
assumendo ruoli sempre diversi e via via di sempre maggior responsabilità.
Forse però conviene dividere il “racconto” per aree di intervento, diciamo così.
E allora ecco cosa ho fatto..

Per il teatro (e la televisione)

In realtà il teatro l’avevo “incontrato” già nei miei anni Bolognesi, tra il ’99 e il 2001, frequentando sia uno stage teatrale che un workshop di recitazione cinematografica presso la Galante Garrone, e l’Accademia 96. Ma ovviamente è a Roma che teatro, cinema, televisione e spettacolo diventano centrali nella mia vita.

Il percorso formativo tra il 2001 e il 2004 mi porterà a studiare con Michael Margotta, Bruce Meyers, Pierpaolo Sepe, Giancarlo Fares.

ll primo spettacolo in cui mi trovo a recitare – tra il 2002 e il 2003 – è “Nessuno”,  un fortunato successo di un giovane Massimiliano Bruno, portato in scena in vari teatri romani (Colosseo, Tirso, Sette).

Già nel 2003 alle presenze sul palcoscenico comincio ad alternare quelle davanti all’obiettivo di una telecamera, recitando in un discreto numero di cortometraggi. Ma soprattutto quello stesso anno un incontro fortuito segnerà una prima svolta di vita e professionale.

Camminando per le strade di Trastevere mi imbatto in un barbuto ragazzo munito di chitarra che intrattiene i passanti con un singolarissimo modo di interagire e cantare improvvisando. Dopo poco lo affianco e comincio a leggere poesie mentre lui suona e inventa. Il giovane artista era Andrea Rivera e quel duetto improvvisato era l’embrione del nostro primo spettacolo insieme, inizio di un sodalizio che ci avrebbe portato in pochi anni a percorrere in lungo e in largo il paese coi nostri spettacoli, e che personalmente avrebbe iniziato a trasformare il mio ruolo in quello di attrice, co-autrice e manager. Nel 2004 vincemmo insieme il primo Festival Giorgio Gaber (fui io a inviare un VHS con un montaggio delle nostre migliori performance). E sempre in quell’anno Andrea entrò a far parte del cast della nuova trasmissione di Serena Dandini “Parla con Me”. E io con lui come autrice.

Fui co-autrice anche nella famosa edizione del 2006 del Primo Maggio in cui Rivera fu un trasgressivo conduttore. Nel frattempo lo spettacolo che portavamo in tournée –  “Prossime Aperture” – si era andato arricchendo, impreziosito anche dalla presenza di Paolo Jannacci come musicista. Continuammo a lavorare insieme, io e Andrea, tra teatri e televisione fino al 2008, anno in cui altri incontri più o meno fortuiti mi spinsero verso direzioni e ambiti ulteriormente diversi,  di cui darò conto nel prossimo “capitolo”.

Continuai ancora per un anno circa a portare avanti il mestiere di attrice, a cui in effetti concedevo sempre meno tempo. In teatro l’ultimo lavoro fu uno spettacolo di Marco Maltauro, dal titolo vagamente profetico “Colloquio di Lavoro”. Ma la verità è che in quegli ultimi anni era stata soprattutto la televisione – e in piccolissima misura il cinema – a farmi lavorare  recitando piccoli ruoli in varie serie tv italiane. Ma non era il mio mondo e anche per questo non entro nel dettaglio. Preferisco citare solo l’ultima, nel 2009, quando di fatto chiusi definitivamente il mio capitolo di attrice recitando un piccolo cameo nell’ultima puntata dell’ultima stagione di Boris. Un bel modo per terminare quel percorso.

In realtà ci fu un’altra particolarissima occasione in cui mi ritrovai in qualche modo a recitare, e per questo la cito in questo capitolo, anche se farebbe parte di quello successivo.

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Era il 2011, e Daniele Silvestri – col quale collaboravo a quel punto già da un paio di anni – aveva bisogno di realizzare un videoclip per il singolo che precedeva l’uscita del suo nuovo album. L’album si sarebbe chiamato S.C.O.T.C.H. e la canzone in oggetto era MA CHE DISCORSI. Mi venne in mente di rivolgermi  ai soci di Kino, un cineclub romano che era di fatto una Factory cinematografica in cui gravitavano numerosi giovani autori e registi.

Proposi una sorta di concorso che riscosse notevole interesse. Ricevemmo un buon numero di proposte, quasi tutte affascinanti. E alla fine vinse l’idea di Fabio Luongo, che aveva proposto un‘ardita realizzazione in “Stop motion”, tecnica complessa quanto accattivante. Il risultato fu molto apprezzato, tanto da aggiudicarsi alcuni importanti premi.

E questo è il vero motivo per cui sono particolarmente orgogliosa di quell’operazione.

Meno importante il fatto che per quella lunga giornata di riprese mi ritrovai – su richiesta del regista – a recitare io stessa accanto a Daniele.

E quella fu davvero l’ultima volta.

Per la musica

Ovviamente già gli anni di lavoro sopra e dietro al palco insieme ad Andrea Rivera, che è anche musicista e cantante, mi avevano avvicinato in più modi al mondo della musica. Ma è dall’incontro con Daniele Silvestri che il mio raggio di azione si sposta decisamente – se non totalmente – in quell’ambito.

con Daniele Silvestri

Mi sono ritrovata a ricoprire un numero sempre crescente di ruoli, che meritano decisamente un discorso più approfondito

Fabi – Silvestri – Gazzè

Nel 2016 nasce il progetto trio Fabi – Silvestri – Gazzè che mi vede coinvolta in tutte le sue fasi (in collaborazione con Paola Cuniberti per Niccolò Fabi e con Francesco Barbaro per Max Gazzè): presentazione e proposta del progetto stesso, assistente di produzione, coordinamento prove tour, coordinamento realizzazione disco, del tour, e degli eventi collegati, management Daniele Silvestri e coordinamento comunicazione e social media. Ho seguito anche i tour del trio scattando e filmando – come sempre – momenti privati e pubblici, e coordinando in team la strategia di comunicazione social, anche live.

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